Venture capital, investimento istituzionale nel capitale di rischio
Per venture capital si intende quella forma di finanziamento destinata all’avvio o alla crescita di una qualsiasi attività imprenditoriale, con ingresso, nel capitale azionario o nei titoli obbligazionari a medio e lungo termine, dell’investitore.
E’ spesso usato come sinonimo di private equity, in realtà sono due cose distinte e separate, anche se ormai anche la stampa specializzata li usa per indicare allo stesso modo l’investimento di capitale di rischio.
In realtà il venture capital si riferisce al finanziamento della nascita di nuove imprese, note anche come start-up, mentre il private equity è riferito a operazioni economiche successive a quella iniziale.
Per sua natura il capitale investito in tale forma finanziaria è a rischio (la traduzione del nome inglese è proprio capitale di rischio), perché, ovviamente dipende direttamente dal successo o meno dell’impresa che si decide di finanziare, tipicamente è una forma di investimento legata a imprese dall’elevato potenziale di sviluppo, in questo periodo, per esempio, vanno molto quelli legati a imprese operanti su Internet.
Si ricorre a questa forma di finanziamento quando la natura del progetto o la situazione debitoria dell’Azienda che ha bisogno di nuova linfa economica non permetta l’accesso alla finanza agevolata tradizionale, come, per esempio, l’accesso a un prestito bancario.
L’investimento istituzionale nel capitale di rischio prevede che, oltre ai mezzi finanziari adeguati al raggiungimento dell’obiettivo, l’investitore metta a disposizione la propria esperienza professionale oltre le proprie competenze tecnico-manageriali nonché i propri contatti con altri possibili investitori o istituti finanziari.
Investimento di venture capital, caratteristiche
Tale modo di investire è legato a un progetto industriale e, come tutti i progetti, è legato a delle precise fasi:
- sviluppo: investire su idee imprenditoriali che fin dalle così dette fasi di pre-revenue, ossia il momento nel quale la nascitura Azienda non ha ancora pronti i prodotti e i servizi da offrire, al di là di quanto stabilito nel progetto;
- tecnologia: è la parte di investimento destinata alle infrastrutture e all’attrezzatura ad alto contenuto di innovazione;
- rischio: fase legata all’analisi del rischio sia operativo che finanziario, è il momento in cui non si sa ancora se l’Azienda e i suoi prodotti possano avere mercato e quindi l’investitore non sa se avrà modo o meno di recuperare il capitale investito, va da sé che il rischio sopportato sarà congruo all’aspettativa di resa futura.
Rendimenti venture capital, un po’ di storia
Tali fondi sono stati storicamente caratterizzati da un alta redditività, nei 25 anni trascorsi tra il 1980 e il 2004, la resa è stata mediamente del 27%.
All’interno di questo periodo possiamo individuare tre picchi dovuti a particolari aree merceologiche che hanno caratterizzato determinati momenti della nascita o sviluppo di certe Industrie:
- 1978-80: produzione di software;
- fine anni ’80: scoperta e sviluppo delle biotecnologie;
- fine anni ’90 inizio nuovo secolo: avvento dell’ITC e internet.
Come si evince dall’elenco quindi le maggiori garanzie di successo per i venture capitalist sono legate al mondo della ricerca tecnologica in tutti campi con particolare attenzione a quello informatico, settore nel quale, oggi più che mai, c’è una costante ricerca nel miglioramento delle prestazioni sia hardware che software ma, soprattutto, è crescita notevolmente l’applicabilità dell’informatica in cose della vita comune mai pensabili anche solo 10 anni fa.
A dimostrazione di quanto asserito è l’affermazione di Google, la grande G. è nata proprio grazie a un’operazione di venture capital ed è oggi la fornitrice di servizi legati al web marketing, ma non solo, leader al mondo, sia reale che world wide.
In Italia un esempio di venture capital ben riuscita lo possiamo trovare in Tiscali che fu fra i primi fornitori di servizi legati alla connettività, c’era ancora il modem a 56 Kb …
Venture Capital in Europa, le regole dell’UE
Su questo tipo di finanziamento l’Unione Europea ha fissato alcune regole per chi vuole operare una venture capital.
La prima riguarda la disponibilità di cui si dispone, essa non può essere inferiore ai 2 mln di euro indicizzato in SpA o in accomandita per azioni, accertata tale condizione si deve presentare una richiesta alla Banca d’Italia, dopodiché, ad autorizzazione ricevuta, si è soggetti a un controllo della Consob, della Commissione di Borsa Italiana e dell’antitrust sia nazionale che Europeo.
Chi venga beneficiato di questo sostegno economico dovrà aver provveduto, a monte, ad avere effettuato una perizia sulla sua proprietà patrimoniale e aver attivato tutte le fidejussioni creditizie presso gli istituti bancari o creditizi oltreché fidejussioni assicurative per copertura danni e di credito.
In Italia, dopo il boom di fine millennio, si è ora sviluppata una forma di investimento, simile al Venture Capital, in cui il capitale necessario viene raccolto fra un ampio numero di persone, tale forma ha preso il nome di crowd funding (letteralmente: finanziamento di folla).